Per chi fosse interessato all’arte contemporanea polacca, a Milano ha aperto nei primi giorni di marzo una mostra che vale la pena vedere: la Galleria Eduardo Secci ospita Hide and Seek, personale di Mateusz Choróbski (Radomsko, 1987) con alcuni lavori inediti. Choróbski in Polonia non ha bisogno di presentazioni; è considerato uno dei nomi principali della scena artistica e ha esposto in realtà affermate come il Centro per l’Arte Contemporanea Kronika di Bytom, la Galleria Wschód a Varsavia e la Galleria Labirynt a Lublino. Non mancano sue partecipazioni a residenze d’artista e mostre collettive all’estero, da Berlino fino alla Francia e Barcellona: in Italia il suo lavoro è portato avanti dalla Secci insieme a Pier Paolo Pancotto, che a partire dal 2020 ha curato le esposizioni dedicate a Choróbski compresa questa mostra milanese.
La scelta di allestire Hide and Seek a Milano avviene in un momento particolare per la città, che si trova al centro del discorso pubblico per la sproporzione tra salari e mercato immobiliare e la gentrificazione galoppante. Proprio sullo spazio urbano e le sue problematiche, le diseguaglianze sociali e la crisi della società attuale si concentra la ricerca di Choróbski: l’artista recupera oggetti comuni, materiali organici e industriali su cui interviene riassemblandoli. Si tratta di un processo di scomposizione e ricomposizione, dove però l’essenza dell’oggetto rimane la stessa e si porta dietro la memoria del passato. Ciò che cambia è allora il risultato a livello visivo; molti sono i linguaggi sperimentati da Choróbski, tra materiale filmico, performance e interventi di arte pubblica. Nel caso della mostra alla Galleria Secci ci troviamo davanti a un piccolo gruppo di installazioni e sculture, che occupano le tre stanze dello spazio sperimentale Novo.
Proprio all’ingresso della mostra è collocata la serie 37 Old Road (1-3), uno dei lavori più riusciti dell’artista. I ricordi d’infanzia riecheggiano dagli infissi che Choróbski ha prelevato dalla vecchia casa di famiglia: il legno è stato ricoperto con uno strato del sapone che sua madre utilizzava quando era piccolo, e il cui profumo stimola lo spettatore. Quella dell’opera è una memoria individuale ma anche collettiva, ricorda gli anni della Polonia comunista in cui i beni primari come cibo, abiti, detersivi e appunto il sapone erano acquistabili con le tessere date dal governo. Le tessere numerate sarebbero state in circolazione fino alla fine degli anni Ottanta; proprio nel 1987, anno di nascita di Mateusz Choróbski, le trattative del sindacato Solidarność con il potere centrale portavano alle prime elezioni semi-libere del 1989. Completano lo spazio Untitled e Hide and Seek, due delle installazioni luminose in vetro e acciaio che popolano l’esposizione.
È la stanza centrale a presentare un’altra opera che merita davvero di essere vista: 2329,77/4 raccoglie basamenti di legno e cemento, con alla sommità una fusione di monete del valore di 1 grosz (0,01 centesimi di złoty polacchi). Non tutti i cilindri hanno la stessa altezza o dimensioni analoghe; al contrario restituiscono un senso di sproporzione, che ben rende la disuguaglianza nel paese di Choróbski e in generale le disparità all’interno della società contemporanea. Davanti a un messaggio comunicato in modo così chiaro, bisogna ammettere però che il resto dei lavori nello spazio e in quello successivo passano in secondo piano. Il resto delle installazioni Hide and Seek, infatti, non riescono del tutto a stabilire una connessione con chi le guarda, forse per le piccole dimensioni o per l’allestimento che non permette alle opere di esprimere al meglio il proprio potenziale.
Del resto Choróbski, con le sue sculture di luce, nell’ambiente ideale crea costellazioni meravigliose: è il caso dell’opera site-specific che ha creato alla Fabbrica del Vapore, finanziata dall’Istituto Polacco di Roma. Nel grande cortile di questo ex-complesso industriale milanese (riqualificato di recente come centro culturale) la Fabbrica di luce di Mateusz Choróbski si illumina non appena scende la sera, in una galassia di fari e luci che si accendono. In ogni caso è bene dare un’occhiata alla mostra in Galleria Secci, perché dà la possibilità di conoscere un artista sempre più noto anche in Italia; una nota di merito va a Milano, che già nel 2022 ha ospitato dell’ottima arte polacca con Artur Żmijewski al Padiglione d’Arte Contemporanea e Mirosław Bałka alla Galleria Cortese.
Mateusz Choróbski
Hide and Seek
Galleria Secci Milano, 9 marzo – 27 maggio 2023
A cura di Pier Paolo Pancotto
Fabbrica di luce
Fabbrica del Vapore, 9 marzo – 15 aprile 2023
(Le fotografie presenti in questo articolo provengono dalla pagina web della Galleria Secci, è possibile vederle tutte cliccando qui)