Thomas Tammemets, in arte Tommy Cash, TOMM¥ €A$H o Kanye East se preferite, è un rapper estone nato nel novembre del 1991.
Sentii parlare per la prima volta di Tommy Cash nel lontano 2015 grazie al featuring con i Little Big, gruppo russo noto per i suoi pezzi hardbass, hard house e dance pop. La canzone si intitolava “Give me your money” e, personalmente, non ero pronto. L’incipit è semplice ma efficace, il cantante dei Little Big, Il’ja Prusikin (personaggio molto carismatico anche lui), chiama Tommy in Russia per mostrargli il Paese. E quello che succede dopo è praticamente la perfezione sotto forma di cortometraggio: si viene colpiti da una valanga di stereotipi dell’area slava, realizzati nelle tinte più comiche possibili. Insomma, una beata ignoranza che solo quel tipo di area geografica può regalare, infarcito di un beat non male e dall’inglese raffazzonato di Il’ja e Tommy, il cui accento è qualcosa che o si ama o si odia, ma è anche quel qualcosa che regala una marcia in più a questo diabolico carosello slavo. La cosa che mi è tutt’ora rimasta impressa, se non addirittura forgiata nel cranio dopo gli ascolti ripetuti a oltranza, non è solo il verso di Tommy (Three stripes, everyday / Russian Carpets, all the way / I squat like, Sergey), ma l’utilizzo di un’estetica kitsch e al contempo così armoniosa da far passare in secondo piano il resto della canzone.
Quello che seguì fu, ovviamente, una ricerca personale, grazie alla quale mi imbattei in un articolo di Vice dello stesso anno. L’articolo parlava dell’Estonia e di Tallinn come di eterotopie uscite da uno scenario post-apocalittico, e di come Tommy, nel suo essere eccentrico, istrionico e flamboyant, fosse una macchia di colore in questa palette di grigio post-sovietico. Penso non ci possa essere una descrizione più azzeccata per questo artista. Il cantante è attivo sin dal 2013, ma personalmente nei dischi di allora non ho rinvenuto nessun elemento di spicco, se non la sua personalità folgorante, quasi aliena, così peculiare se considerata alla luce del contesto da cui deriva.
Dopo il feat con Little Big, Tommy Cash rilascia nel 2016 Winaloto, una traccia hip-hop dagli echi industrialeggianti. La traccia è prodotta da stereoRYZE, produttore che ha collaborato con BONES, $uicideboy$ e Xavierwulf, il che spiega il tono un po’ edgy-industrial della produzione. Di per sé la traccia è carina, orecchiabile, ma quello che catturò l’attenzione fu l’estetica del videoclip: il video parte con lui che utilizza delle natiche come tamburi, dopodiché si sposta tra di esse per cantare. E questo è solo l’inizio, perché il tutto viene seguito da coreografie semplici in un intervallo cromatico di nudi e toni neutri. Potrebbe benissimo essere considerato una danse macabre travestita da orgia, in bilico tra il trash e il dionisiaco. Se Tommy non avesse già catturato la vostra attenzione prima, ora l’avrà sicuramente fatto. Il video, inoltre, vince il premio per il miglior video agli Estonian Music Awards del 2018.
Nel 2017 partecipa come featuring artist nell’album Pop 2 di Charli XCX e successivamente in Charli, del 2019. Questa collaborazione lo avvicinerà ad A.G. Cook, produttore e fondatore di PC Music, un’etichetta che nota per uno stile musicale fluido, plastico, quasi instabile e all’avanguardia. Ma nonostante quest’etichetta sia, come accennato, estremamente contemporanea, ha anche un occhio di riguardo per le tendenze più disinibite e fluide del passato. Grazie a produttori come, appunto, A.G. Cook e anche SOPHIE, la PC Music ha riportato in auge un genere come il bubblegum bass. Il genere può essere descritto come pop spinto al proprio limite musicale: un connubio di femminilità e delirio a livelli estremi, spesso alzando il pitch delle voci (quello che succede in generi come il nightcore) e distorcendo il ritmo attraverso dei bassi frenetici. Nella produzione vengono utilizzati spesso sintetizzatori dinamici dal suono plastico, e si attinge da un’ulteriore varietà di sonorità della sottocultura del clubbing, tra cui eurodance, house, trance, grime, footwork e R&B.
Questo genere diviene il marchio di fabbrica dell’etichetta, ormai presente nel pop odierno in copiose, per non dire scomode, quantità. Questa cooperazione frutta a Tommy due singoli: Pu$$y Money Weed e Little Molly. Quest’ultimo, come Winaloto, vince il miglior video agli Estonian Music Awards. La collaborazione continua e migliora esponenzialmente nell’ultimo album di Tommy, ¥€$, che vede A.G. Cook, Danny L Harle, Amnesia Scanner ed i Boys Noize come produttori. Il risultato è un album che sperimenta molto con i suoni hardcore, euro-trance, bubblegum bass e infine hardbass. Un brano che può rendere l’idea delle atmosfere dell’album è X-Ray: ritmi martellanti da rave, ma al tempo stesso precisi e armoniosi. Le estetiche visive e musicali dell’album sono senza dubbio il risultato più riuscito della sua carriera: un trionfo di post-sovietico estone, unito allo stile descritto precedentemente nell’articolo della PC Music. La musica salta da un genere all’altro in modo eclettico, rendendo il tutto un caleidoscopio riuscitissimo di memorie e di esperienze passate che offre però una visione del futuro bizzarra -ancora, aliena- che forse non riusciamo bene ancora a comprendere.
La creatività dell’artista ha avuto modo di diramarsi verso campi come l’arte e la moda, grazie alle collaborazioni con Rick Owens. La loro mostra “The Pure and the Damned” unisce lo stile avant-garde, sfaccettato, grunge e melanconico dello stilista alle radici grezze e pure di Tommy Cash. Come asserisce Rick Owens, il titolo della mostra è un riferimento a loro stessi: “Tommy, per cognizione di giovinezza, è puro. Io verto più verso la definizione di spreco”. Il loro obiettivo era creare un “vortice di energia dadaista contemporaneo”.
L’esibizione si è tenuta al Kumu – Eesti Kunstimuuseum, dal 3 maggio fino al 15 settembre 2018. Non si è limitata ad incorporare tra gli artisti soltanto designer come Owens, che hanno avuto modo di sfoggiare dei classici delle proprie linee: anche altri nomi grossi dell’industria hanno avuto modo di avere una voce in capitolo, come Maison Margiela, che ha fornito uno dei pezzi di design più particolari della mostra: dei mocassini di pane. Ma non è finita qui. Tommy stesso si è dato alla pazza gioia, incorporando in un’opera anche dei suoi fluidi corporei.
Al momento Tommy sembra non avere nulla in programma dopo l’uscita risalente ancora al 2019 del suo singolo SDUBID, ma si diverte a sfoggiare con risultati egregi sul suo profilo Instagram quella creatività smisurata, quasi aliena che lo ha sempre contraddistinto all’interno panorama musicale odierno.