Ciò che mi piace delle grandi città è il loro polimorfismo e la libertà di viversele a proprio piacimento. Quando ero a Mosca, da un lato ho vissuto la città della Piazza Rossa con il Cremlino, i cori della Cattedrale di Kazan’, le campane a festa che ti gettano nella spiritualità e nel rigore ortodosso. Ma coesiste un’altra città con un volto diverso – una vita parallela fatta di microscopici locali affollati, dove pogo e stage diving fanno da padroni, dove all’esterno, nonostante le temperature invernali puoi trovare sempre qualcuno ben disposto a parlare di Anna Achmatova, di quanto sia disgustoso il governo, di come preparare un buonissimo Rollton con pochi ingredienti.
È proprio il ricordo di una serata così che mi ha dato l’ispirazione per questo pezzo. Mi è venuto in mente un dialogo con un gruppo di sconosciuti quando uno di loro mi disse: “В Италии точно не знаете, но у нас охуенная новая музыка” (In Italia sicuramente non lo sapete, ma noi abbiamo una musica nuova cazzuta). Colpito da questa affermazione e dopo aver visto sguardi di approvazione tra i vari membri del gruppo, decisi anche io di informarmi e capirne di più. Galeotti furono панк фикшн (Punk Fiction, uno skate bar di Mosca) e la sigaretta.
Mettete da parte Ciao 2020, il pop melenso di Polina Gagarina e Dima Bilan, i vari trend di TikTok, perché in questo articolo scopriremo la “musica nuova cazzuta” che molti definiscono постсоветская новая вольна (postsovetskaja novaja vol’na – New wave post-sovietica) – uno degli esempi più interessanti della scena culturale underground russa attuale.
Alla fine di questo articolo troverete anche una playlist delle canzoni che mi hanno accompagnato negli interminabili viaggi nella metropolitana moscovita e che mi aiutano tutt’ora in quelle giornate quando mi assale il mal di Russia e, al posto del sole e della campagna, vorrei essere su una panchina a Čertanovo.
ХАДН ДАДН
Questo trio moscovita è attivo dal 2016 ed è uno dei più interessanti esponenti della scena indipendente russa. Il nome non ha nessun significato; la cantante del gruppo, Varvara Kraminova, ha spiegato in un’intervista che lei da piccola utilizzava l’espressione “hadn dadn” come una sorta di parola passe-partout per riferirsi a qualsiasi cosa che si trovasse attorno a lei e da allora è rimasta nel suo vocabolario, tanto da chiamare il suo gruppo così.
Come possiamo caratterizzare la musica e lo stile di questo gruppo? Nonostante sia difficile inquadrarla in delle categorie ben precise, è possibile definirlo come un synth pop unito a motivi folclorici tipici della Russia: il risultato è perfetto in quanto, alla modernità delle melodie e dello stile, è possibile ancora sentire i richiami della Rus’ e dell’epoca sovietica, a cui gli artisti sono legati. Il gruppo stesso ha inventato un genere – ляоакын (un neologismo, che si pronuncia ljaoakyn): “ljao” vuole trasmettere un sentimento di baldanzosità, mentre “akyn” indica la conoscenza del mondo attraverso l’esperienza; è un mix sia allegro che triste, armoniosamente vario che contiene audacia, tenerezza, sentimento russo e ornamento orientale.
A cosa sono dedicate le canzoni? Al tutto. Ai piccoli momenti della vita quotidiana, ai giri in tram, alle električke, alle città. Ascoltando le loro canzoni è possibile immaginarsi di vagare in una cittadina d’estate, di rivedere i luoghi del proprio passato, di sentire odori e sapori della infanzia. Non sono rare, infatti, le canzoni dedicate a oggetti apparentemente banali come le federe del cuscino, il pane, le carte fedeltà di una famosa catena di negozi. Le canzoni di Hadn Dadn mostrano un legame affettivo con gli oggetti, ricordando quasi uno dei film di Otar Ioseliani “I favoriti della luna”.
Se volete godervi le vibes della provincia tranquilla, i mondi dimenticati e gli oggetti che parlano di noi, gli Hadn Dadn sono il gruppo giusto.
Храмомама Проезжаю мимо храма, где крестили мою маму Проезжаю мимо школы, где училась раньше ты Что-то друга не видать, еще подождем И вагончик Роспечати стерло дождем От меня к позавчера – пропасть, черная дыра Еду в маршрутке, еду в маршрутке Я еду в маршрутке, еду в маршрутке Еду в маршрутке, еду в маршрутке Я еду в маршрутке, еду в маршрутке Проезжаю мимо храма, где крестили мою маму Проезжаю мимо школы, где училась раньше ты Там налево будет дом, и на лестнице балкон Где курили мы тайком Мы не встретились сейчас и не встретимся потом Что-то друга не видать, еще подождем И вагончик Роспечати стерло дождем От меня к позавчера – пропасть, черная дыра | Mammachiesa Passo dalla chiesa, dove hanno battezzato mia madre Passo dalla scuola, dove prima studiavi tu Non vedo un amico, aspettiamo ancora e il chiosco di Rospečat’ è cancellato dalla pioggia Tra me e l’altro ieri c’è un abisso, un buco nero. Vado nella maršrutka, vado nella maršrutka Io vado nella maršrutka, vado nella maršrutka Vado nella maršrutka, vado nella maršrutka Io vado nella maršrutka, vado nella maršrutka Passo dalla chiesa, dove hanno battezzato mia madre Passo dalla scuola, dove prima studiavi tu A destra ci sarà una casa, e sulle scale un balcone dove fumavamo di nascosto Non ci siamo incontrati allora, né ci incontreremo di nuovo Non vedo un amico, aspettiamo ancora e il chiosco di Rospečat’ è cancellato dalla pioggia Tra me e l’altro ieri c’è un abisso, un buco nero. |
ВТОРОЙ ЭТАЖ ПОРАЖАЕТ
“Il secondo piano sta spaccando”. Il gruppo è nato per puro caso grazie a una cover della canzone trash Novyj God degli Steklovata. In quel momento non c’era nessuna intenzione seria di proseguire, ma i membri si sono ritrovati tempo dopo e, avendo constatato il desiderio di volersi occupare di musica seriamente, hanno deciso di lavorarci su e creare un progetto a tutti gli effetti. Il nome è arrivato in maniera del tutto casuale durante una conversazione e quella frase alla fine è divenuta la carta d’identità.
I Vtoroj Etaž poražaet compiono un viaggio all’interno dei generi, dall’indie, al punk, dall’ambient al post-punk, anche se spesso gli stessi artisti dicono di non far parte di un settore ben preciso, ma se proprio necessario, si includerebbero nel filone synth-indie lo-fi. Nei tre album rilasciati dalla band è possibile ascoltare dei veri e propri capolavori: è possibile trovare brani strumentali, e allo stesso tempo delle poesie in musica, con dei testi molto profondi che, grazie alla musicalità e alle armonizzazioni diventano perfette per dimenticarsi del mondo circostante.
Крайности Этот день вновь забыл все что мне обещал Обещал, но забил и куда-то пропал Среди сотен домов, лиц людей и машин Я плетусь в стороне Из крайности в крайность бросает волна Я не помню кто мы, я не знаю кто я Вновь гадать чей удар мы встречаем спиной Остаётся одно оставаться собой Знаешь ведь как бывает Ты проснёшься утром В голове пустота будто и не жива Память в наших домах Из крайности в крайность бросает волна Я не помню кто мы, я не знаю кто я Вновь гадать чей удар мы встречаем спиной Остаётся одно оставаться собой Из крайности в крайность бросает волна Я не помню кто мы, я не знаю кто я Вновь гадать чей удар мы встречаем спиной Остаётся одно оставаться собой | Estremi Questo giorno ha dimenticato di nuovo le sue promesse; ha promesso, si è dimenticato ed è scomparso in un mare di case, volti e macchine. Io arranco in disparte L’onda mi getta da un estremo all’altro, Non ricordo chi siamo, non so chi sono Indovina quale colpo ci arriva sulla schiena Resta solo una cosa: restare se stessi Dopotutto sai cosa succede Ti svegli la mattina In testa il vuoto, come se la memoria nelle nostre case non fosse viva. L’onda mi getta da un estremo all’altro, Non ricordo chi siamo, non so chi sono Indovina quale colpo ci arriva sulla schiena Resta solo una cosa: restare se stessi L’onda mi getta da un estremo all’altro, Non ricordo chi siamo, non so chi sono Indovina quale colpo ci arriva sulla schiena Resta solo una cosa: restare se stessi |
УТРО

Dalla formazione dei Motorama (band post-punk di Rostov) sono nati diversi side project: da un lato c’è il progetto Leto v Gorode (estate in città), dall’altro Утро (mattina). Mentre il repertorio del gruppo principale spazia nel post-punk che ha come lingua principale l’inglese – nonostante la formazione sia totalmente russa –, il progetto Utro riscopre le proprie radici e si sposta in ambito russofono affondando le radici nel folclore, nel gotico, ricordando quasi il rock underground sovietico degli anni 80-90.
Se i Motorama sono una fotografia in bianco e nero di Corbijn, elegante e piena di quella leggera malinconia europea, Utro invece è una fotografia in bianco e nero fatta a una mnogoetažka (i palazzoni sovietici) in qualche dvor (cortile interno) di Rostov, dove all’elegante malinconia europea si sostituisce quella toska russa, caratterizzata dalla decadenza e dalle rovine. Lasciamo da parte le melodie sognanti dei Motorama, ed entriamo nel dark side con dei ritmi schizofrenici, cupi e ossessivi, con delle voci lontane, sfumate che si dissolvono diventando un unicum con i ritmi energici.
Utro è l’altro lato della medaglia: sono in grado di cogliere i sentimenti, sempre attuali, di ansia e di paura, quando guardiamo fuori dalla finestra. Diventano quei cantori della vita brutta che fa paura a tutti, ma con cui dobbiamo fare i conti a ogni costo.
Сад Я иду за тобой, ты ускоряешь шаг Я иду за тобой, ветер толкает меня Видишь ворота, в сад Тугой воротник впитывает пот со лба Как земля родит дерево, ветер выбьет окно За наказанием – прощение, за падением – боль Как земля родит дерево, ветер выбьет окно За наказанием – прощение, за падением – боль Страхи уйдут и придут твои сестры с руками в земле Страхи уйдут и дождем разразится осенний день Страхи уйдут и придут твои сестры с руками в земле Страхи уйдут и дождем разразится осенний день | Giardino Ti sto seguendo, stai andando più veloce Ti sto seguendo, il vento mi spinge Vedi i cancelli del giardino Un collare stretto asciuga il sudore della fronte Non appena nasce un albero, il vento rompe una finestra Dopo la pena, c’è il perdono, dopo la caduta, il dolore Non appena nasce un albero, il vento rompe una finestra Dopo la pena c’è il perdono, dopo la caduta il dolore Le paure andranno via e verranno le tue sorelle con le mani nello sporco Le paure andranno via e la pioggia interromperà il giorno autunnale Le paure andranno via e verranno le tue sorelle con le mani nello sporco Le paure andranno via e la pioggia interromperà il giorno autunnale |
КОНЪЮНКТУРА

Chiudiamo con una band relativamente recente che rappresenta l’underground pietroburghese; i Конъюнктура (Kon’junktura – congiuntura), capitanati da Sonja Menachovskaja (la cui voce ricorda in qualche modo Florence Welch), fanno musica lo-fi “malinconica pietroburghese”. Colpisce sin da subito la scarsa cura che la band dedica alla qualità delle canzoni, ma ciò non compromette in alcun modo la bellezza dei brani, anzi. Sentendo i pezzi, è possibile notare come venga dedicata un’attenzione maggiore ai testi e alle parole, tralasciando talvolta l’aspetto tecnico: il risultato è un mix molto particolare dove si incontrano parole forti, ritmi particolari, come se si fosse voluta dare scarsa attenzione all’esecuzione, ma ampio respiro alla propria libertà, alla purezza dell’arte senza nessun tipo di controllo.
Il loro album d’esordio si intitola Печальные тропики (Tristi tropici) ed è una perla: lontananza, separazioni, paura e tranquillità si alternano nelle varie canzoni. Ogni pezzo è una piccola opera d’arte a sé stante. Tristi tropici è un album simile a un viaggio emozionale; o forse, in onore dell’opera di Lévi-Strauss, potrebbe essere una sorta di ricerca dove, grazie a ogni brano, è possibile individuare i sentimenti dell’uomo, che prova a trovare la forza di sopravvivere e adattarsi a tutti gli eventi che accadono attorno a lui.
Oтъезд в четверг я всего лишь плачу у тебя на плече завтра я проснусь отсюда вдалеке но это лишь немного печалит меня ведь там я буду ждать появление нового дня прошлого не существует — есть только настоящее и все мои радости и печали растворяться в тихой дали я съем с тобой последний кусок пирога в осетинской забегаловке где время пролетает как стрела взяв рюкзак встав из-за стола я прощаюсь с тобой и исчезаю в никуда прошлого не существует — есть только настоящее и я иду спокойно вперед в бескрайние тихие дали | La partenza di giovedì Non faccio altro che piangerti sulla spalla Domani mi sveglierò lontano da qui ma questo mi rattrista un po’ dopotutto aspetterò un nuovo giorno il passato non esiste – c’è solo il presente e tutte le mie gioie e paure si dissolveranno in una tranquilla distanza mangerò con te l’ultimo pezzo di torta in una bettola osseta dove il tempo vola come una freccia preso lo zaino abbandonata la tavola ti dirò addio e scomparirò nel nulla il passato non esiste – c’è solo il presente e tutte le mie gioie e paure si dissolveranno in una tranquilla distanza |
Si conclude qui questo piccolo viaggio alla scoperta della scena musicale indipendente attuale russa; è necessario dire però che quanto riportato in questo articolo è solo una piccola parte di tutta quella costellazione di nuova musica che sta circolando attualmente in Russia. Ho menzionato principalmente band di Mosca e San Pietroburgo, l’unica eccezione è il collettivo UTRO, che viene da Rostov sul Don. Un discorso a parte meriterebbe l’analisi delle singole scene musicali che si sono sviluppate in determinate città e in determinati contesti, proprio come è accaduto con il rock sovietico negli anni Ottanta.
Queste band stanno cambiando il panorama culturale e musicale russo contemporaneo e offrono uno spaccato interessante della società attuale: nuovi protagonisti e nuove idee si incontrano in una società che non ha paura di esprimere le proprie emozioni e di dire liberamente ciò che pensa perché, dopotutto, è ciò di cui abbiamo più bisogno oggi.
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