È davvero difficile trovare un altro paese al mondo in cui, Stati Uniti a parte, il rap abbia esercitato un’influenza così grande sull’arte e sulla società quanto in Polonia. L’autore dell’articolo che segue spiega molto bene le ragioni dell’origine di questo fenomeno sul territorio polacco, nonché gli sviluppi attraverso alcuni dei suoi rappresentanti più famosi; in queste poche righe io vorrei, invece, soffermarmi brevemente su una peculiarità del rap in Polonia: i suoi richiami costanti alla poesia e alla letteratura.
Le ragioni sembrano essere di tipo storico: dopo il 1989, con la fine della Repubblica popolare, la scomparsa del circuito clandestino delle opere messe al bando e l’avvento della legge di mercato anche per la letteratura, la poesia cessa di essere percepita come towar pierwszej potrzeby (merce di prima necessità), diventando un elemento marginale del panorama artistico. Il rap, dal canto suo, ha le caratteristiche ideali per colmare questo vulnus: proviene dagli Stati Uniti, e dunque segna una cesura netta rispetto al recente passato contrassegnato dall’influsso sovietico; inoltre, si rivolge ai giovani e ha fortissime probabilità di crescere e imporsi sul nuovo mercato musicale, ancora non stravolto dalla comparsa di internet. La rivoluzione politico-culturale si rivela lo stimolo ideale per una rivoluzione giovanile: la nuova generazione rigetta il comunismo trascorso a beneficio dell’idea di edificare una nuova società. Proprio la declinazione specifica del rap polacco si inserisce, così, sul binario lasciato vuoto dall’arretramento della posizione preminente della poesia: molte delle rime create dai rapper polacchi sono ispirate sin dall’inizio a quelle poetiche, il che le rende fruibili a un pubblico che non sia soltanto legato all’autenticità o al racconto della quotidianità di strada. Le origini del rap polacco sono già di per sé inclini alla letteratura grazie al modo in cui la poesia aveva impattato fino ad allora sulla società.
Uno dei primi gruppi della scena rap polacca, Kaliber 44, si richiama già a partire dal nome all’opera romantica Dziady di Mickiewicz (come spiegato in seguito dall’autore dell’articolo), tracciando così un solco che molti altri seguiranno. I richiami e i follow up rivolti verso il romanticismo autoctono ben presto coinvolgono anche altri ambiti e periodi letterari. In Diabeł na oknie (Il diavolo alla finestra, 2006) Eldo affronta direttamente il diavolo, secondo uno schema ben noto alla letteratura classica: “Opowiadał o czasach, których nie mogłem znać/I tak siedzieliśmy – noc, diabeł i ja” (Raccontava di tempi, che non potevo conoscere./Sedevamo così il diavolo, io e la notte). Il testo viene considerato una sorta di introduzione rap al Faust di Goethe. In Nieruchomości (Proprietà, 2004) di Łona nel ritornello c’è il riferimento costante alle szklane domy (case di vetro) di Stefan Żeromski e del suo romanzo Przedwiośnie (Inizio di primavera, 1924). Le case di vetro rappresentano la Polonia idealizzata dal protagonista del testo di Żeromski: “Nie zniknęły szklane domy./Nie ma tu nikogo, a w tłumie też jesteśmy sami” (Le case di vetro non sono scomparse./Qui non c’è nessuno, anche nella folla siamo solo comparse). Nel 2009 esce l’album Poeci, in cui vari rapper della scena polacca cantano alcune tra le poesie più famose nel Paese. Più di recente, le tracce di Taco Hemingway (che omaggia la letteratura a partire dal nome che si sceglie) denunciano evidenti associazioni coi versi di Julian Tuwim dedicati a Varsavia; mentre la scrittrice Dorota Masłowska (di cui in Italia è stato pubblicato il romanzo Prendi tutto) nel 2018 ha pubblicato il testo di Inni ludzie (Altra gente) sotto forma di un’unica, lunghissima canzone rap.
Quella del rapporto così serrato tra rap e poesia/letteratura è una peculiarità tutta polacca, che inizia a riscontrare qualche applicazione anche in altri paesi, basti pensare all’Italia e al cosiddetto fenomeno del rap PhD, rap col dottorato, a causa del livello di studi degli artisti e dell’utilizzo delle rime e dei riferimenti letterari che compaiono nelle opere (tra gli altri) di Murubutu e Claver Gold.
Dal dopoguerra agli anni ‘80
Per avere una visione a tutto tondo sulla nascita e lo sviluppo della cultura hip-hop in Polonia, occorre tornare indietro nel tempo e analizzare il background culturale e musicale che la precede. Fino alla fine degli anni ’80, la Polonia apparteneva al blocco dei paesi dell’Est sotto influenza sovietica e, come noto, le informazioni riguardanti il mondo occidentale erano carenti. Non si conoscevano molti prodotti dell’Ovest, se non per vie traverse, tantomeno si avevano notizie chiare di cosa succedesse oltre la cortina di ferro. In ambito musicale, la questione non cambiava: gli artisti più famosi erano sì conosciuti, ma la loro diffusione era comunque limitata. Nell’immediato dopoguerra, la Polonia viene “ricostruita” sia fisicamente che politicamente grazie all’“aiuto” dell’Unione Sovietica. Stalin, per dimostrare la sua “vicinanza” al popolo polacco, dona simbolicamente alla città di Varsavia il Pałac Kultury i Nauki (“Palazzo della Cultura e delle Scienze”), luogo di ritrovo del Partito per le sue manifestazioni.
Paradossalmente, col passare del tempo, il Pałac Kultury diventerà uno dei luoghi simbolo della rivoluzione musicale e culturale che contribuirà alla Polonia libera. Mentre ad occidente artisti come Elvis Presley registravano i loro primi successi, i polacchi vissero uno dei momenti più sanguinosi sotto il regime comunista: nei paesi aderenti al Patto di Varsavia, migliaia vennero condannati a morte, milioni vennero deportati nei gulag. In concomitanza con la nomina di segretario del partito di Władysław Gomułka, la Polonia inizia un processo di “destalinizzazione”, ponendo fine allo stato di terrore diffusosi durante i primi anni di regime e conoscendo un periodo relativamente più liberale. Nel 1967, infatti, ha luogo uno dei primi eventi significativi per il cambiamento: proprio al Pałac Kultury si esibiscono i Rolling Stones, riunendo inaspettatamente circa 15 mila persone, a maggioranza giovanile. Molti artisti internazionali, nonostante la censura e lo scarso flusso di informazioni, si riveleranno avere una grandissima influenza sulla musica polacca, plasmando quel che fu la gioventù dell’epoca.
La rivendicazione di una libertà negata da parte del regime giocò un ruolo chiave nel processo di nascita della musica di protesta in Polonia: infatti i giovani, stanchi di vivere tra due compagini conservative, ovvero cattolicesimo e comunismo, decisero ad un certo punto finalmente di ribellarsi. Nello stesso 1967, al festival di Sopot, compare quella che può essere considerata una delle prime canzoni di protesta (se non addirittura la prima): si tratta di Dziwny jest ten świat (È strano questo mondo) di Czesław Niemen, la quale spalanca le porte al movimento hippy anche in Polonia, poi comunque perseguito dalle autorità. Gli anni ’70 in Polonia furono mossi da un vento di “novità”: il governo cercò di migliorare le condizioni di vita del popolo mediante una relativa apertura del mercato, dunque permettendo l’arrivo di prodotti “occidentali” come la Coca-cola, intensificando la costruzione di case e dando vita a un simbolo diventato poi fondamentale nella cultura polacca, ovvero il mały fiat (chiamato popolarmente maluch, piccoletto), automobile conosciuta in Italia come Fiat 126.
Oltre a quello degli hippies, in questo periodo prese piede il movimento punk, in cui si riconobbero tanti giovani, soprattutto per gli ideali di opposizione che esso proponeva. Ancora una volta, contro ogni previsione, il primo concerto punk della storia polacca ebbe luogo proprio al Pałac Kultury, dove si esibirono i Tilt. Successivamente, dissenso e protesta crebbero in Polonia a causa della dilagante povertà, portando così, nei primi anni ’80, ai rinomati scioperi di Gdańsk guidati da Lech Wałęsa, i quali sancirono la nascita di Solidarność e la successiva democratizzazione della Polonia. In tutto ciò, il festival musicale di Jarocin (tuttora attivo!) ricoprì un ruolo fondamentale, poiché permise la formazione di un ambiente ideale di condivisione soprattutto tra giovani, rivendicando le stesse libertà per cui poi Solidarność protestò scala nazionale. Il 13 dicembre 1981 venne istituita la legge marziale dal generale Jaruzelski, creando numerosi disagi all’interno della società polacca, senza però riuscire a fermare l’incombente rivoluzione. Uno dei risultati fu l’arresto di molti “oppositori politici”, i quali in prigione ebbero modo di condividere le loro quotidianità, nelle quali rientrava l’arte e dunque anche la musica stessa. I gruppi d’influenza di questo periodo, giusto per citarne alcuni, furono Manaam, Kult, Brygada Kryzys, Tilt, seguiti ovviamente da molti altri.
Verso la fine degli anni ’80 le proteste aumentarono, tanto da sfociare in movimenti popolari come quello della Pomarańczowa alternatywa, i cui unici obiettivi erano quelli di appoggiare ironicamente il governo nelle sue decisioni e, di conseguenza, di farsi arrestare per i motivi più disparati e insensati. Il 4 giugno 1989 vennero poi indette le prime elezioni semilibere, che di lì a poco avrebbero finalmente trasformato la Polonia in una democrazia.
Anni ’90 e ‘00
Nei primi anni ’90, in Polonia si diffusero molti successi hip-hop americani. Tanti artisti polacchi, visitando gli Stati Uniti, rientravano in patria con CD e vinili di grandi artisti dell’epoca come gli House of Pain, Snoop Dogg, il Wu Tang Clan. Tutto ciò fu ovviamente possibile grazie alla “caduta” della cortina di ferro, per cui ogni prodotto occidentale riusciva finalmente a giungere in Polonia integro, ergo senza essere sottoposto a censura alcuna. Un altro elemento che contribuì significativamente alla diffusione del genere in Polonia fu la sottocultura skater, diventando così popolare in pochissimo tempo. In questo contesto, emersero artisti come Liroy e se ne confermarono altri come Kazik Staszewski, i quali fecero da apripista con le loro prime proposte propriamente polacche riecheggianti di hip-hop: infatti, dopo brani come Spalam się (Vado a fuoco) (1991) e Scoobiedoo Ya (1995), iniziò l’ascesa di musicisti che entrati poi nella storia del genere, a partire dai Kaliber 44, Wzgórza Ya-Fa 3, DJ600V, Warszafski Deszcz, per arrivare fino ai WWO, Molesta Ewenement, Hemp Gru.
I primi boom commerciali non fecero altro che confermare la “compatibilità” della lingua polacca con gli schemi proposti dalla cultura hip-hop: infatti, il rap polacco iniziò gradualmente a differenziarsi per zone di provenienza, cambiando dunque per sonorità e testi. Tra la metà e la fine degli anni ’90 anche i media iniziarono ad interessarsi al fenomeno e si poté finalmente parlare di sottocultura giovanile e di una musica ad essa appartenente; in questo modo, l’intera compagine hip-hop polacca uscì dalla sua fase embrionale. Durante la fine degli anni ’90, la scena hip-hop slesiana godé di una grande popolarità, dovuta soprattutto ai Kaliber 44 e, successivamente, ai Paktofonika. Oltre l’exploit commerciale, entrambi i gruppi ebbero modo d’essere oggetto di studio in ambiti ufficiali, vista la profondità dei loro testi e il coinvolgimento da parte di un seguito così eterogeneo, tanto da renderli dei fenomeni nazionali. Ovviamente, è da tenere in considerazione anche l’influenza delle biografie di entrambi i gruppi, tra cui spicca la figura centrale di Magik, che approfondiremo qui sotto. In sostanza, nel giro di pochi anni iniziarono ad organizzarsi festival, tour internazionali, nacquero le prime emittenti radiofoniche e i primi programmi televisivi dedicati interamente all’hip-hop (Atomic TV, MTV Polska, VIVA Polska). Con l’avvento degli anni ’00, l’hip-hop polacco si ritrovò ad essere perfettamente al passo con i tempi: era caratterizzato da uno stile tutto suo, era riconosciuto dalla critica nazionale ed internazionale e usufruiva di tutti i canali mediatici esistenti per propagarsi. In questi anni sbocciò, inoltre, un interesse cinematografico per questa sottocultura: uscì Blokersi, documentario di Sylwester Latkowski, con protagonisti i rapper Peja ed Eldo. Dopo l’uscita in Polonia di 8 mile con protagonista Eminem, spopolò la pratica del freestyle, con cui successivamente ebbero modo di farsi conoscere artisti come lo stesso Eldo, Pezet, Dizkret.
Contemporaneità
Nei primi anni ’00, la sottocultura hip-hop continuò quindi a diffondersi in Polonia mediante radio e televisione. Tuttavia, presto il pubblico iniziò ad interessarsi sempre meno ai programmi televisivi e radiofonici: gradualmente le riviste dedicate scomparirono, come anche le emittenti che fino a quel momento si occuparono dell’argomento. In realtà non scomparirono del tutto, ma vennero sostituite dalle loro forme virtuali promosse da un nuovo canale di comunicazione: internet. Nonostante l’innovazione, l’aria che si respirava era di crisi, essendoci a capo una mera questione di interessi: i pochi davvero interessati al genere come arte rimasero, mentre il resto concentrato solamente sull’aspetto economico si orientò verso altri orizzonti. Comunque, l’hip hop polacco riuscì a conoscere nuovi artisti, anche grazie all’aiuto del già citato internet, tramite il quale ognuno ebbe la possibilità di mettersi in proprio investendo cifre minime, se vogliamo inoltre far riferimento alla crisi economica che investì il globo all’epoca. Oltre a ciò, il mercato hip-hop iniziò ad allargarsi, abbracciando non solo la vendita di dischi, ma anche di ogni tipo di merchandising (magliette, cappelli, gadget). In questo modo, la cultura hip-hop divenne ben presto a disposizione di tutti. Forse proprio questa “commercializzazione” portò case discografiche e media polacchi a disinteressarsi del genere, cosa che durò fino all’uscita del film Jesteś Bogiem (Tu sei Dio) nel 2012. Il film, diretto da Dawid Leszek, aprì gli occhi ai media nazionali, mostrando una quotidianità palpabile e vicina a molti giovani, confermando la sua forte influenza un ambito culturale, oltretutto ancora attiva. La pellicola, grazie al successo che ebbe, conferì ufficialmente all’hip-hop polacco lo status riconosciuto da tutti di sottocultura, ormai indipendente da quella americana.
AbradAb
Marcin Marten nasce a Katowice il 12 novembre 1978. Rapper e produttore, è componente dei Kaliber 44, uno dei più famosi gruppi hip-hop polacchi. Il suo stile è molto apprezzato grazie al suo lessico ricercato, alle imprevedibili metafore, all’umorismo e al fluido e orecchiabile flow. Già al debutto con i K44, riuscì a crearsi una propria forma rap, seppur ispirata in gran parte a quella d’oltreoceano, definita poi da loro stessi “psychorap”. Detiene due premi Fryderyk. Nel 1996 venne pubblicato tramite la SP Records l’album Księga Tajemnicza. Prolog (Il Libro del Mistero. Prologo), che deluse parte del pubblico ma che, allo stesso tempo, portò il gruppo al successo. I cantanti vennero criticati per il loro stile (definiti wyjce, lett. “urlatori”), ma le vendite toccarono le 100.000 copie e successivamente l’album vinse diversi premi in Polonia. Due anni dopo, venne rilasciato W 63 dni dookoła świata (“Il giro del mondo in 63 minuti”). Lo stile di questo album si avvicina più al canone internazionale: i giochi di parole dominano i loro testi e risultano essere un’innovazione vincente. Vinto il disco d’oro, si dedicarono alla produzione del terzo album, 3:44. Nonostante i riconoscimenti ricevuti, è considerato quello meno riuscito per varie motivazioni: Magik aveva già abbandonato il gruppo, il coinvolgimento di Joka non risultò essere dei migliori, per cui il risultato finale non fu altro che un assaggio del potenziale solista di AbradAb.
Nello stile di AbradAb risuonano basi elettroniche e reggae, spesso realizzate dal vivo, come in Extravertik (2012). Riscosse un grande successo con i singoli Miasto jest nasze (“La città è nostra”), Rapowe ziarno 2 (Szyderap) (“Seme rap 2”), Mamy królów na banknotach (“Abbiamo i re sulle banconote”). Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 2013 tornò in scena con i K44. AbradAb iniziò a confrontarsi con il rap già nel 1991, ai tempi delle scuole medie. L’autore infatti ricorda: “Ai tempi avevamo già una cassetta pronta. Producemmo quella demo con l’aiuto del Commodore 64. Inizialmente eravamo i Triangle of Truth, gli Young Rappers, poi Trójkąt Prawdy, V3, Ułamek Tarcia, fino a giungere (nel 1993) al definitivo Kaliber 44”. Rifiutavano le schematizzazioni della musica di allora, ricercando uno stile unico. Księga Tajemnicza. Prolog, la loro prima produzione, si distaccava parzialmente dal concetto classico di hip-hop; infatti, crearono un sottogenere definito “hardcore psychorap”. L’album tratta soprattutto di una “letteratura fantastica”, ovvero inerente alle loro esperienze estatiche con la marijuana, con molte tendenze catastrofiste.
Nonostante la stima dichiarata nei confronti di colossi americani come il Wu-Tang Clan e i Cypress Hill, gli autori negano che il loro operato sia stato una prova di traslazione di quel particolare stile in ambiente polacco. Si reputano mossi da idee “romantiche” (riferimento al romanticismo polacco: la simbologia del numero 44 è ripresa dall’opera Dziady di Adam Mickiewicz, uno dei più grandi poeti polacchi, dove il numero assume principalmente un carattere profetico), le quali in realtà si manifestarono solo negli album successivi al primo; gradualmente, abbandonarono lo “psychorap”. “Capimmo di dover voltare pagina; c’era voglia di cambiare. Lavorammo 3 anni su un nuovo stile. Già nel 1997 provammo a inserire nuovi elementi nei concerti; molti si arrabbiarono” spiega il cantante. Joka, fratello di AbradAb e componente dei Kaliber 44, spiega che Magik in quel preciso momento “capì di essere negativo, per cui non ebbe più paura di nulla” (riferimento ad uno dei loro più grandi successi, Plus i Minus (“Positivo e negativo”), richiamo alla battaglia anti-HIV degli anni ’90), alludendo probabilmente al suo cambio di stile, nonché alla successiva uscita dal gruppo. W 63 dni dookoła świata uscì nel 1998, prodotto a Varsavia.
“Abbiamo visto il vero hip-hop a Varsavia” racconta Marten. “Tirava un’aria diversa lì, scoprendo nuove cose, sia positive che negative”. Poco dopo la presentazione dell’album, Magik abbandonò il gruppo. A detta dei compagni, le sue ultime sessioni di registrazione furono insolite: “Arrivava, registrava e se ne andava, mentre invece prima era lui il motore del gruppo”. Il terzo album 3:44 (2000) preannunciò l’uscita di Joka. “Avevo già pensato ad una carriera da solista e Joka in quel momento aveva bisogno di spazio” afferma AbradAb. Iniziarono allora diverse collaborazioni con nuovi artisti, tra i quali Gutek, cantante reggae. Quattro anni dopo 3:44 uscì il suo primo album da solista, Czerwony album (“Album rosso”). “In quattro anni i miei gusti erano cambiati; comprai uno strumento per farmi le basi, senza usare solamente pc o programmi. La differenza si sente molto. Avevo inoltre bisogno di tranquillità per produrre nuova musica”, racconta.
Ritornò al successo con Miasto jest nasze, Rapowe ziarno 2, che lo iniziarono a nuovi esperimenti musicali, confrontandosi con altri generi. Nel 2005 uscì Emisja spalin (“Emissione di scarico”); nel 2008 Ostatni Poziom Kontroli (“Ultimo livello di controllo”). Stanco nuovamente dello stesso sound, cercò delle innovazioni, arrivate con Abradabing (2010). Nella produzione dell’album, fu fondamentale la collaborazione con O.S.T.R., altro pilastro dell’hip-hop polacco. “Fu un grandissimo trampolino di lancio, la cosa migliore che mi potesse capitare in quel momento. Una grande collaborazione piena d’armonia, sicuramente perché ho lasciato carta bianca ad O.S.T.R. come produttore. Non c’è mai stato alcun problema nella scelta delle basi” riporta AbradAb. “L’unico neo fu che io ai tempi mi svegliavo alle nove di mattina, mentre lui quattro ore dopo di me”. Extravertik (2012) ripropose la coppia O.S.T.R.-AbradAb, con l’intervento da ospite di Joka. Il suo ultimo album, uscito il 23 novembre 2018, intitolato 048, è già candidato al premio “Miglior album hip-hop polacco dell’anno”.
Joka
Joka, all’anagrafe Michał Marten (fratello maggiore di AbradAb), nasce il 12 maggio 1977 a Katowice. A partire dal 1996, fa parte dei Kaliber 44, contribuendo attivamente fino al 2000 con l’uscita del terzo album 3:44. Dopo un soggiorno durato circa tre anni negli Stati Uniti, tornò in patria partecipando saltuariamente ai concerti del fratello. Questi eventi venivano annunciati dai media come esibizioni dei Kaliber 44, ma in realtà furono delle semplici comparsate. Allo stesso modo, partecipò ad Emisja Spalin (2005) ed Extravertik (2012) di AbradAb e a Czarne złoto (“Oro nero”) (2010) di Lukatricks (precedentemente conosciuto come Jajonasz). Nel 2013 Joka e AbradAb tornarono ufficialmente in attività con i Kaliber 44 all’Open’er Festival di Gdynia, riunendo anche il gruppo ampliato appositamente per i live, la “Baku Baku Skład”. Attualmente, detiene un premio Fryderyk. Nel 2011 si posizionò ventiseiesimo tra i trenta migliori rapper polacchi secondo la rivista Machina, mentre nel 2012 arrivò quinto in una classifica analoga pubblicata da Porcys.
Magik
Piotr Łuszcz, meglio conosciuto come Magik, è nato il 18 marzo 1978 a Jelenia Góra ed è morto a Katowice il 26 dicembre 2000. È una delle figure più importanti dell’hip-hop polacco, soprattutto per la sua produzione. La sua storia ha segnato una delle pagine più buie di questo genere musicale in Polonia. È stato un rapper e produttore, membro prima dei Kaliber 44, poi dei Paktofonika. Dotato di un incredibile talento nel creare musica, in lui si mescolavano elementi quale una forte sensibilità e un’alterata percezione di sé stesso, dovuta al desiderio di migliorarsi in continuazione, cosa che, nel tempo, gli causò disagi a livello psichico. Nacque in una famiglia di umili origini, da padre operaio in una fonderia e da madre domestica. Si trasferì a Katowice in tenera età, dove rimase per sempre legato alla zona di Bogucice. Nonostante non fosse brillante nello studio, riuscì a conseguire il diploma all’Istituto Tecnico Elettromeccanico di Katowice.
Sin dai primi anni manifestò un forte interesse per la musica di qualsiasi genere; infatti, conobbe la sua futura moglie proprio a un concerto rock al Mega Club di Katowice nel 1993. I suoi primi esperimenti rap risalgono al 1992, quando creò con AbradAb (allora Lord MM dAb) e Jajonasz il gruppo Young Rappers. Nel 1994, in collaborazione con lo stesso AbradAb e con suo fratello maggiore Joka diede vita ai Kaliber 44, il quale diventò qualche anno dopo uno dei gruppi più importanti del genere. Già al momento, Magik dimostrò una grande creatività, come anche il suo interesse per la marijuana, usata soprattutto per stimolare la propria produzione artistica. Inconsapevolmente, con la produzione del primo album, i giovani cantanti riuscirono a produrre delle sonorità in parte grossolane, ruvide ma allo stesso tempo tematicamente e linguisticamente interessanti. Lo si può notare nel loro primo lavoro Usłysz nasze demo (“Ascolta la nostra demo”, 1994), come appunto nel loro primo album Księga tajemnicza. Prolog (1996). Il disco, rilasciato dalla S.P. Records, fu una svolta epocale per il genere. Venne promosso con il singolo Magia i miecz (“Spada e magia”), il quale conteneva le canzoni Moja obawa (bądź a klęknę) (“La mia preoccupazione – se ci sarai, mi inginocchierò”), Więcej szmalu 2 (“Più grana 2”) e Plus i minus; quest’ultimo brano risulta essere a tutti gli effetti un “assolo” di Magik. Lo stile assunto dal gruppo di Katowice prese quindi il nome di “psychorap”, creando un vero e proprio sottogenere, caratterizzato da un profilo indipendente e caratteristico. Magik venne acclamato leader del gruppo, godendo di una crescente popolarità. Dopo la produzione del secondo album W 63 minuty dookoła świata (1998), Magik decise di lasciare il gruppo, per unirsi poi a Rahim e Fokus e creare i Paktofonika.
L’esperienza di Magik nel campo, unita all’ampia conoscenza musicale, permise ai Paktofonika di produrre Kinematografia (“Cinematografia”, 2000), ottenendo un grande successo. Nonostante ciò, i conflitti interni non mancarono, soprattutto tra Magik e Fokus. Rahim tempo dopo raccontò: “Ero un intermediario tra due personalità immense. Alcune volte litigavano per settimane per delle stupidaggini. Da una parte Fokus, «teppistello» ribelle di quartiere, e dall’altra Magik, il veterano. In caso di disaccordo, entrambi erano in grado di girarsi dall’altra parte, mandarsi a quel paese e arrivederci. Con Fokus si poteva parlare, Magik invece era testardo come un mulo. Ascoltava i suoi pezzi milioni di volte, li mostrava agli altri, cercava continuamente qualche difetto, nonostante non ce ne fossero”. I Paktofonika esordirono ufficialmente il 18 dicembre del 2000. Piotr Łuszcz si suicidò otto giorni dopo la presentazione dell’album, all’età di 22 anni, buttandosi dalla finestra della sua abitazione di Katowice. Dopo il trasferimento in ospedale, morì tra le 06.15 e le 06.45 circa mattutine. Le principali cause di questo gesto sono da ricercare nei suoi prima citati problemi, dati soprattutto dalla sua incompatibilità di pensiero con le regole dell’allora mondo musicale, ma soprattutto dalle sue difficoltà relazionali.
Una delle sue più grandi preoccupazioni era legata al mondo militare: rifiutava con tutto sé stesso la partecipazione alla leva obbligatoria. In un’intervista Rahim affermò: “Magik iniziò a tramare cose strane, tanto da ammalarsi. Decise di iniziare a comportarsi come una persona mentalmente instabile. Rimandarono allora la sua leva, ma solo di un anno. Il continuo ripetersi di essere matto, di essere un buono a nulla lo portò a consumarsi interiormente”. Ugualmente, Wojtas racconta: “All’inizio era un po’ strano, misterioso, ma era un ragazzo allegro. Verso la fine degli anni ’90, le cose peggiorarono, era estremamente chiuso in sé stesso, assente”. Al momento della morte, lasciò la moglie Justyna e il piccolo Filip. Nel 2002 uscì il secondo album dei Paktofonika, Archiwum Kinematografii (“Archivio cinematografico”), contenente pezzi inediti del gruppo. Nel 2003 il gruppo si sciolse, salutando i fan con un ultimo concerto all’Hala Spodek di Katowice, in ricordo di Magik.
Nonostante il passare degli anni, l’interesse per le sue creazioni e per la sua persona non è mai diminuito. È da sottolineare l’apporto dato alla popolarità dal film Jesteś Bogiem di Dawid Leszek, tratto dal libro di Maciej Pisuk, riguardo la sua vita, il suo talento, ergo riguardo la sua influenza in ambito musicale e sociale. Nel 2018 Pokahontaz e Kaliber 44 – dunque Rahim, Fokus, Joka e AbradAb – hanno pubblicato il singolo 404, riferendosi all’errore “404” legato al mondo del web e dunque alla mancanza stessa di Magik durante il ventesimo anniversario della sua morte. Oggigiorno, chi ricorda Magik, lo ricorda come una persona dalle grandi ambizioni, piena d’onestà, empatia e sensibilità. Proprio queste caratteristiche, insieme al ruolo chiave che ricoprì e ricopre tuttora nel suo campo, gli assicurano un posto tra i più importanti artisti musicali polacchi mai esistiti.
Fokus
Wojciech Alszer, meglio noto con lo pseudonimo di Fokus, è un rapper e produttore, nato il 13 marzo 1980 a Katowice. A partire dal 1998 fa parte dei Paktofonika, con Rahim e Magik. Fondò con Rahim stesso i Pokahontaz, qualche anno dopo la morte di Magik. È attualmente detentore di tre dischi d’oro. Caratteristica è la sua abilità nell’utilizzo delle rime. La sua avventura musicale nacque dal fascino per l’elettronica, genere molto apprezzato dall’autore. La passione per il rap invece si sviluppò durante la sua amicizia con Magik, conosciuto tra i banchi di scuola, il quale era già un membro affermato e stimato dei Kaliber 44. Proprio grazie a lui, scoprì questo genere; da qui iniziarono le sue prime prove rap. Nella sua produzione, mostra particolare cura della semantica del testo e dell’aspetto sonoro. Nel 1998 fu un membro del Kwadrat Skład. Raggiunge il successo con due canzoni, Stem tutaj (“Sto qua”) e 100 wersów (“100 versi”), i cui temi e caratteristiche sono rintracciabili anche nell’album di debutto dei Paktofonika (Kinematografia, 2000). Il suo pezzo più famoso è Powierzchnie tnące (“Superfici taglienti”), scritto già nel 1996; questo brano divenne una pietra miliare dell’album, dal quale si evince la sua appunto “tagliente abilità” nell’uso delle parole.
È un artista musicale eclettico: ai tempi di Kinematografia, fu addirittura produttore di quasi tutte le basi dell’album. Come noto, dopo il suicidio di Magik, avvenuto appena 8 giorni prima della presentazione ufficiale dell’album d’esordio, Fokus e Rahim furono costretti a orientarsi verso nuove strade musicali. Iniziò nuove collaborazioni, anche con artisti lontani dal panorama hip-hop ma allo stesso tempo legati alla scena artistico-musicale britannica. Le basi perciò incontrano generi diversi, come la drum’n’bass e il trip-hop, verso i quali FKS nutre una particolare stima. Dopo l’EP Jestem Bogiem e l’album d’addio Archiwum Kinematografii, Fokus e Rahim intrapresero la carriera da solisti, fino a far incontrare nuovamente le loro strade nel gruppo Pokahontaz, tuttora attivo. L’album REceptura (2005) presenta delle sonorità innovative, tanto da portare la critica a definirlo “hip-hop moderno”. L’uscita dell’album sarebbe dovuta coincidere con l’uscita del film sui Paktofonika, grazie alla sceneggiatura di Maciej Pisuk.
In un’intervista, Alszer racconta: “Volevamo scrollarci di dosso quel che era successo. Era come una sorta di catarsi. Il film doveva uscire nel 2004, poco dopo di esso il nostro album. Dovevamo ricominciare da zero, toglierci il peso di quegli eventi”. Il film venne prodotto solamente nel 2012. Nello stesso anno, Fokus e Rahim pubblicarono REkontakt (2012). Per quanto riguarda la carriera da solista, ha pubblicato Alfa e omega (2008), Prewersje (2011) e Arogant (2021). Soprattutto in Prewersje, si notano la maturità e autoconsapevolezza dell’autore; non parla più dei disagi del mondo rap, ma di problemi che abbracciano l’uomo in toto. Collaborò con moltissimi artisti, soprattutto legati alla scena artistico-musicale slesiana. Infatti, rivela: “Gli slesiani hanno un forte patriottismo locale; io mi sento parte di questo, per cui voglio rappresentarlo. Purtroppo, non ne conosco il dialetto, poiché a casa si parlava sempre polacco. Le uniche parole che conosco le ho imparate quando giocavo da bambino fuori casa. Alcune volte, mi piace utilizzarle, per farmi capire solamente da chi le conosce”.
Tra le molte collaborazioni di Fokus, una delle meglio riuscite è quella con Pezet, in cui riconosce una certa vicinanza stilistica e tematica. “Abbiamo problemi simili, per cui spesso mi rivedo in quel che scrive. Inoltre, riesce a esprimere alcuni concetti in un modo a me sconosciuto”. Quest’ultimi condividono diversi conflitti riguardo la scena rap, legati soprattutto alle loro scelte musicali; al riguardo, Alszer afferma: “Solo i deboli producono musica che va bene a tutti”.
Rahim
Sebastian Salbert nasce il 17 novembre 1978 a Katowice. Conosciuto anche come “Straho”, è un rapper, produttore, ingegnere del suono e imprenditore. La sua carriera musicale ebbe inizio nel 1994 nel gruppo 3xKlan, di cui successivamente fece parte anche Fokus. Nel 1996 partecipò come ospite alla produzione di Księga tajemnicza. Prolog, occupandosi personalmente della realizzazione di due brani, forte della collaborazione tra i due gruppi iniziata un anno prima. Nel 1997 pubblicò con i 3xKlan l’unico album della storia del gruppo, Dom pełen drzwi (“Casa piena di porte”), molto simile alle sonorità dei Kaliber. I 3xKlan diventarono popolari in Polonia grazie ai brani Pozytywka (“Carillon”) e Łza wyobraźni (“Lacrima dell’immaginazione”). Nel 1998, insieme a Magik e Fokus, fondò i Paktofonika, debuttando ufficialmente con il primo album Kinematografia il 18 dicembre 2000.
Dopo il suicidio di Magik, fondò con Wojciech Alszer e Rafał Śliwiak, i Pijani Powietrzem (“Ubriachi di aria”). Nel 2002, Alszer e Salbert pubblicarono Zawieszeni w czasie przestreni (“Sospesi nello spazio-tempo”) con i Pijani Powietrzem e Archiwum Kinematografii con i Paktofonika. Nel 2003 decise di sciogliere i Paktofonika e di iniziare un nuovo progetto, sempre al fianco di Fokus e di Dj Bambus, chiamandolo Pokahontaz. Il primo album, REceptura, arrivò nel 2005. In questo periodo, aprì una casa discografica con il rapper Miuosh, la MaxFloRec. Nel 2007 pubblicò ben due album, Homoxymoronomatura e DynamoL. Vanta numerose collaborazioni con importanti rapper polacchi come AbradAb, GrubSon, L.U.C., nonché con registi rivestendo il ruolo di produttore di colonne sonore.
Nel 2010 uscì il suo primo album da solista, Podróże po amplitudzie (“Viaggi in ampiezza”), seguito da Amplifikacja (“Amplificazione”), nonché successivamente in altre collaborazioni da Optymistycznie (“Ottimisticamente”, 2015) e ARKanoid (2020). Con i Pokahontaz ha pubblicato fino ad oggi ben cinque ulteriori album: REkontakt (“Re-contatto”, 2012), REversal (“Re-verso”, 2014), REkolekcja (“Re-collezione”, 2016), REset (“Re-set”, 2017) e REnesans (“Ri-nascimento”, 2019). Nel 2020 la MaxFloRec, casa di produzione di proprietà di Rahim, pubblica la versione “remastered” di Kinematografia e si occupa della distribuzione del libro dello stesso intitolato Ludzie z tylnego siedzenia (“Gente in seconda fila”, pubblicato da Wydawnictwo SQN).
Jesteś Bogiem, il film. Genesi e critica
Per quanto concerne Jesteś Bogiem (2012), la pellicola diretta da Dawid Leszek è stata una delle più attese degli ultimi anni, considerata l’eco che i Paktofonika ebbero – e tuttora hanno – nella cultura giovanile in Polonia. Tuttavia, è opportuno precisare che la scenografia è stata ideata da Maciej Pisuk, il quale nell’omonimo libro racconta la genesi di questo inaspettato incontro “spirituale” con il gruppo. “Ho visto in loro un potenziale enorme, mi è sembrato ci fossero tutti gli elementi necessari per farne un buon film. Si tratta di persone vere con un obiettivo concreto, verso il quale tendono nonostante tutte le difficoltà incontrate lungo il loro percorso” dice Pisuk in un’intervista con Piotr Marecki, scrittore e professore all’Università Jagiellonica di Cracovia.
Il concetto di fondo che Pisuk si propose di presentare era legato appunto ai percorsi di vita, nonché ai concetti di carriera e crescita, trovandosi egli stesso ad affrontare agli inizi del nuovo millennio un periodo estremamente difficile quanto fisiologico, ovvero quello dell’effettivo passaggio all’età adulta, costellato da incertezze a livello emotivo, relazionale, come anche “banalmente” a livello economico. Infatti, a inizio anni 2000, nel corso della sua ricerca di collaboratori per sviluppare il suo progetto, Pisuk si presentava loro raccontando: “Ho una storia che racchiude in sé tutto ciò che è più importante per la generazione «figlia di Solidarność», per la generazione che è entrata a far parte dell’età adulta nel periodo tra i due millenni […] ho una storia che parla del fare carriera, cosa per cui oggi tutti quelli coinvolti in questo “giovane” capitalismo impazziscono”.
La scintilla che portò successivamente alla produzione del film fu dunque dovuta a un sentimento empatico nei confronti dei giovanissimi slesiani (con particolare focus sull’affascinante e tragica vicenda di Magik), i quali a loro volta riuscirono a riscuotere tanto successo proprio per lo stesso motivo per cui Pisuk vi si interessò, ovvero per essersi fatti carico di quel fardello generazionale e diventarne portavoce, esprimendone dunque le gioie, le delusioni, i problemi, o più semplicemente la quotidianità in tutte le sue sfaccettature. Dopo la pubblicazione della sceneggiatura, l’interesse dell’opinione pubblica è andato man mano fermentando, portando infatti anche alla proposta di regia avanzata da Leszek nei confronti di Pisuk, dopo innumerevoli disavventure di collaborazione collezionate dallo sceneggiatore.
Nonostante comunque le differenti prospettive dei due, e dunque la realizzazione a detta di Pisuk di un film non completamente fedele a quella che era la sceneggiatura iniziale, quest’ultimo si è espresso positivamente nei confronti dell’operato di Leszek, suggerendo comunque al pubblico interessato – tendenzialmente soddisfatto della pellicola – di confrontare entrambe le produzioni, in modo tale da avere un quadro ancor più completo dell’intera vicenda.