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«Se, quando parlo di asse Nord-Sud, posso sperare di essere compreso dai miei ascoltatori, sospetto invece che il concetto di asse Est-Ovest sconfini un po’ troppo nell’esotismo. […] Gli spazi totalmente bianchi a est della Germania avrebbero potuto essere contrassegnati dalla scritta Ubi leones: una vasta area abitata da bestie selvagge che includeva Praga (menzionata solo qualche volta per via di Kafka), Varsavia, Budapest e Belgrado. Solo molto più a est compariva sulla mappa Mosca.»

Czesław Miłosz, La testimonianza della poesia

È in questo spazio totalmente bianco, e per questo carico delle infinite possibilità della creazione, che si inserisce Estranei. Fuori da ogni asse, confine, discorso e istituzione, ci occupiamo del racconto delle realtà centro- ed esteuropee con uno sguardo appassionato, informato e al di là della falsa dicotomia tra cultura alta e cultura pop, tra Est e Ovest, tra realtà e accademia.

Crediamo in una divulgazione orizzontale e attenta alle pieghe del contemporaneo, e vediamo questa nostra radicale estraneità come un residuo irriducibile e ingovernabile in grado di creare spazi e discorsi alternativi sul presente e sul passato. Leggiamo, scriviamo e divulghiamo dal margine, da prossimi e da stranieri: in una parola, da estranei.

«Noi siamo l’esotismo, siamo lo scandalo politico, siamo – nel migliore dei casi – i bei ricordi della Marna, la buona coscienza dei poilus d’Orient e dei combattenti della Resistenza. E siamo anche i bei tramonti sulla costa adriatica, i piacevoli ricordi vacanzieri di tramonti sereni sull’Adriatico… i ricordi innaffiati di slivovitz. E questo è tutto. »

Danilo Kiš, Homo Poeticus